Madonna della Cintura | Coi di Zoldo Alto (BL)

COI DI ZOLDO – Pala dell’altare della Beata Vergine della Cintura (particolare). Il 17 agosto 1732 i regolieri di Coi chiesero al vescovo Domenico Condulmer di poter erigere un altare in onore della Beata Vergine della Cintura; la concessione porta la data dell’11 luglio 1737. L’altare venne poi indorato da Filippo De Bettio, nel 1755, come appare da una scritta laterale.La particolare devozione offre una preziosa documentazione dei legami tra la Regola Grande dai Coi e quella, confinante, di Vodo di Cadore. Il maso di Iral, nel territorio della Regola dai Coi, era infatti una proprietà di signori di Vinigo, lavorato da coloni zoldani. Non è difficile ipotzzare che, almeno nella buona stagione, giungevano a visitarlo e a risiedervi, per qualche periodo, i proprietari di Vinigo. E questi, da buoni cristiani, andavano a messa alla chiesa parrocchiale, a Fusine, ma anche, ogni tanto, a quella di Coi, centro della comunità regoliera. E gli abitanti di Coi, altrettanto religiosi, vennero coinvolti nella devozione che i cadorini avevano per la Madonna della Cintura. Una devozione testimoniata a Vinigo, Lorenzago, San Nicolò di Cadore e, fuori del Cadore, a quanto sembra solo a Coi di Zoldo. Il dipinto, di autore ignoto, raffigura una robusta Madonna assunta che, a piene braccia, offre ai suoi fedeli la cintura di protezione; alla sua destra e alla sua sinistra Sant’Agostino d’Ippona (dal volto tizianesco), sua madre Santa Monica, umanissima, e una leggiardetta Santa Rita da Cascia; più in basso, non visibile nella fotografia, il famoso angelo del dialogo di Sant’Agostino sulla Trinità.

Si ringrazia Don Floriano Pellegrini per la recensione.

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